Non era difficile intuirlo, conoscendo ormai un po' lo show. Il gruppo di musicisti che ha concluso magnificamente la prima puntata di ieri sera (quella di Natale, per intenderci), eseguendo l'arrangiamento di "O Holy Night", era effettivamente composto da artisti di New Orleans, rimasti coinvolti nella tragedia dell'uragano Katrina. La performance è stata infatti coordinata dalla
Tipitina's Foundation, un'organizzazione noprofit per il sostegno dei musicisti di New Orleans. E il ruolo principale era di
Troy "Trombone Shorty" Andrews. L'mp3 del pezzo che è andato in onda si può addirittura scaricare
gratuitamente sul suo sito.
A proposito della scena a cui si accennava qui, per gli appassionati più accaniti ecco il dialogo in questione:
Jordan: Posso chiederti se sei minimamente preoccupato dalla mancanza di successo che hanno avuto questi test nel predire un successo?
Jack: Non è vero.
Jordan: Hanno cannato con "Arcibaldo",hanno cannato con "Seinfeld", hanno cannato con "Hill Street Giorno e Notte".
Jack: Guarda i dati su "E.R.". Clooney fece impennare i risultati.
Jordan: Certo, ho proprio bisogno di un dannato sondaggio per sapere che Clooney è figo.
Se potessimo scegliere la vita che vogliamo avere sceglieremo di vivere in “Studio 60”. Prima di tutto perché la serie segue le storie del cast di uno show satirico del sabato sera (per intenderci è come se seguissimo il dietro le quinte del “Saturday Night Live”). E poi perché il direttore del network, Jordan McDeere (Amanda Peet) è una splendida donna che veste costantemente Prada e sfoggia un sorriso disarmante riuscendo perfino a sembrare brillante. Certo, è pur vero che ha degli ottimi motivi per sembrarlo. Ha affidato la trasmissione di punta del canale che è stata appena chiamata a dirigere a due uomini di raro talento, ma di impagabile abilità nel creare problemi. E lo ha fatto con la convinzione che si addice solo alle donne che riescono a sembrare graziose perfino sui tacchi.